Active ageing e smart cities

Rendere le città age friendly e dotare le unità abitative di tecnologie di Ambient Assisted Living è una priorità per promuovere l’invecchiamento attivo.

 

L’esperienza che ognuno di noi ha vissuto durante i mesi del lockdown ci ha costretto a ridiscutere le necessità e i bisogni a cui gli spazi in cui viviamo devono rispondere. Ognuno di noi, soprattutto i più fragili, è stato costretto a restringere i propri spazi, passando molto più tempo in casa ed ha avuto modo di constatare che molte di queste non sono del tutto adeguate alle nostre esigenze di vita.

In maniera parallela, si è inevitabilmente riproposto il tema dei cambiamenti demografici in atto, quali l’invecchiamento della popolazione e i processi di urbanizzazione che ci costringono a rimodulare le politiche di welfare e il concept che definisce le nostre città.

Da circa 35 anni, infatti, la popolazione che era prevalentemente rurale, spinta da esigenze lavorative, ha iniziato sempre di più a preferire la città, tanto che ora il 54% della popolazione totale vive nei centri urbani e si prevede che nel 2050 i 2/3 della popolazione si concentrerà proprio in queste aree.

Si presenta quindi l’urgenza di riprogrammare i servizi e le infrastrutture delle cities per garantire che ogni fascia della popolazione trovi confortevole e produttivo il suo spazio urbano.

COSA E’ UNA SMART CITY

La caratteristica principale delle smart cities non è come spesso si pensa, il grado connessione digitale e dei servizi che sfruttano tecnologie ICT o IoT. Questi sono solo alcuni degli strumenti che favoriscono il processo per convertire una città tradizionale in smart city. La caratteristica che rende una città davvero “smart è la sua capacità di innovarsi costantemente e di costruire un modello di governance resilient, capace di rispondere tempestivamente ai bisogni dei cittadini che, come la pandemia ci ha insegnato, possono manifestarsi improvvisamente e tendono ad essere in costante mutamento.

Inoltre, occorre adottare soluzioni sostenibili e scalabili che possano essere replicate su tutto il territorio nazionale e liberarle dalla dimensione progettistica di carattere sperimentale concentrata solo in poche realtà locali.

CITTA’ A MISURA DI ANZIANO

Il cambiamento demografico in atto ha visto un considerevole aumento della aspettativa di vita e simultaneamente un crollo delle nascite, facendo lievitare l’indice di vecchiaia anche nei centri urbani. In questo contesto, è necessario ripensare e ridisegnare le nostre città affinché siano anche a misura di anziano. E la tecnologia può essere di grande aiuto per facilitare l’accesso ai servizi o l’erogazione degli stessi.

È in questa direzione che l’Europa si sta muovendo, con l’obiettivo di creare ambienti che consentano alla popolazione di invecchiare in autonomia e in sicurezza, pur continuando a partecipare attivamente alla vita della comunità. E le infrastrutture, gli arredi urbani, i servizi, dovranno fare parte di questo cambiamento per offrire prestazioni facilitate.

PRINCIPALI AMBITI DI INTERVENTO

A tal proposito, il MHFI, McGraw Hill Financial Global Institute (MHFI), in collaborazione con la Global Coalition of Aging, ha individuato le principali linee guida che devono essere seguite per creare le nuove smart cities:

  • Infrastrutture e trasporto pubblico: le città dovranno dotarsi impianti e trasporti che consentano facilmente anche ai più fragili di usufruirne;
  • Nuove unità abitative: è stato evidenziato che talvolta le nostre abitazioni possono essere di ostacolo alle persone più anziane, pertanto è diventato necessario introdurre nei progetti di housing anche delle opzioni age friendly;
  • Tecnologie innovative per gli anziani nei piani sanitari;
  • Progetti che consentano di svolgere attività ricreative e lavorative a tutte le età.

Quindi in conclusione, le nuove città intelligenti devono essere ripensate per favorire l’active ageing, ovvero l’invecchiamento attivo della sua popolazione, sfruttando le nuove tecnologie e soprattutto devono essere luoghi dove gli investimenti effettuati favoriscono uno sviluppo sostenibile, una gestione sapiente delle risorse e un’alta qualità della vita.

AMBIENTI DOMESTICI AGE FRIENDLY

Altro tema fondamentale per l’active ageing è la qualità degli ambienti domestici affinchè consentano agli anziani di vivere il più a lungo possibile in autonomia e in sicurezza nella propria casa.

Da una recente ricerca sulla qualità degli spazi è emerso che gli anziani manifestano, ad esempio, una preferenza per le unità abitative con open space perché l’assenza di corridoi, porte e partizioni, favorisce la mobilità senza ostacolarla e permette un maggior controllo degli spazi (van Hoof and Kort 2009; Marquardt et al. 2011; Bamzar 2018).

Sembra, poi, siano molto apprezzate le case con terrazzi, giardini o comunque spazi aperti dotati di arredi quali sedie e tavolini che consentano di effettuare attività outdoor al riparo dalle condizioni atmosferiche. E infine, altra caratteristica preferenziale è la presenza di un bagno extra e sufficientemente grande.

TELEMEDICINA E DISPOSITIVI DI AMBIENT ASSISTED LIVING

All’interno di questo contesto indoor, dalla ricerca emerge che gli anziani sono favorevoli all’utilizzo della tecnologia in ambiente domestico. In particolare, il 52% del campione intervistato ha affermato la sua disponibilità ad utilizzare la telemedicina per avere consulti medici, contro il 22% che non è disposto a farlo e il restante 26% che non si è espresso perché non adeguatamente informato riguardo i servizi digitali offerti dal SSN.

Interessanti anche i risultati sul gradimento dell’utilizzo di sensori e dispositivi IoT, che risulta essere tra il 58% e il 60% del campione intervistato, confermando che se adeguatamente istruita, la popolazione anziana è ben disposta ad utilizzare la tecnologia nelle proprie abitazioni e questo lascia intravedere la possibilità che questi dispositivi digitali possano essere di grande aiuto nella messa in sicurezza dell’anziano. Cosa che gli consentirebbe di rimanere più a lungo presso la propria abitazione.

CONCLUSIONI

E’ stato osservato che apportare dei cambiamenti per favorire l’active ageing sia nella comunità urbana, sia negli spazi privati è una questione che non può essere rimandata, anche in favore dell’aumento demografico della generazione detta “silenziosa”.

Una migliore gestione degli spazi esterni, dei servizi e del loro accesso tramite le tecnologie possono decisamente permettere agli anziani e a chi si appresta ad entrare in questa categoria, di prolungare la propria autonomia e di estendere la partecipazione attiva nella comunità.

Occorre quindi imparare a conoscere gli interventi che possono essere adottati anche nelle nostre case e scoprire tutte le soluzioni di ambient assisted living e i dispositivi di telemedicina che supportano l’ageing in place, ossia la possibilità di una persona anziana di continuare a vivere presso la propria abitazione preferendo l’assistenza domiciliare a quella istituzionale.

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