Patologie croniche in costante aumento in Italia con incremento della spesa sanitaria.

Lo afferma l’Osservatorio Nazionale sulla salute nelle Regioni Italiane.

 

E’ stato stimato che nel 2018 ben 24 milioni di persone sono state interessate da patologie croniche con una spesa che ha sfiorato i 66 milioni di euro. E questa tendenza non si appresta a fermarsi, anzi.

Nel 2028 i pazienti cronici toccheranno i 25 milioni di italiani, per una spesa che supererà i 70 mln.

Differenze di genere nelle cronicità

La distribuzione delle patologie varia nel sesso e nel territorio: le donne risultano essere non solo le più colpite, ma presentano sempre più spesso una compresenza di diverse patologie croniche. Il divario tra donne e uomini – 42,6% per le prime, contro il 37% per gli uomini – si spiega in parte con la struttura per età, che è più anziana nelle donne.

Ci sono alcune patologie croniche che colpiscono maggiormente il gentil sesso, come l’artrosi/artrite e l’osteoporosi, dove per le prime soffrono circa il 20% delle donne contro 11% degli uomini; per la seconda gli uomini solo per il 2,3%, contro una percentuale femminile più consistente del 13%.

A queste percentuali si aggiunge la preoccupazione delle malattie cardiovascolari, che non solo ultimamente sono finite sotto la lente d’ingrandimento del SSN, ma stanno anche diventando una delle principali cause di morte nelle donne.

 

 

Malattie croniche frequenti

Nonostante queste importanti differenze, le cronicità più frequenti in entrambi i sessi sono l’ipertensione – che si piazza come cronicità più ricorrente – artrosi, artrite e osteoporosi, con le relative differenze per genere. Si stima che anche il diabete e le patologie cardiache saranno tra le cronicità più importanti, con una spesa e un impegno notevole da parte del SSN e saranno anche quelle più onerose, insieme all’ipertensione.

Cronicità e studio

Un’interessante notizia riguarda il rapporto tra titolo di studio conseguito e presenza di patologie croniche: secondo un rapporto dell’Istat infatti “le persone con livello di istruzione più basso soffrono molto più frequentemente di patologie croniche rispetto al resto della popolazione, con un divario crescente all’aumentare del titolo di studio conseguito.”

Cronicità e lavoro

Differenze di prevalenza si registrano anche rispetto alle professioni. Le categorie maggiormente colpite da patologie croniche sono i disoccupati alla ricerca di nuova occupazione e gli autonomi; tra i primi la percentuale di coloro che soffrono di almeno una patologia cronica sono il 36,3%, mentre tra i secondi si attesta al 34,6%. Rispetto alla condizione di multicronicità, i disoccupati palesano mediamente maggiori svantaggi rispetto ad artrosi/artrite e disturbi nervosi. Tra gli autonomi la patologia per la quale palesano mediamente più svantaggio è l’ipertensione.

Modelli avanzati di presa in carico di pazienti cronici

In Italia i diversi distretti sanitari stanno cercando soluzioni per trattare con più attenzione le cronicità: se in Toscana si parla di empowerment del paziente, ossia un modello fondato sull’interazione fra paziente cronico informato e team multiprofessionale coordinato dal MMG, in Lombardia, Veneto e in Emilia Romagna si parla molto di integrazione tra competenze specialistiche, assistenziali, infermieristiche, in cui tutte queste figure seguono il paziente e comunicano tra loro. In questo scenario, l’ambito domiciliare risulta essere uno strumento fondamentale per la presa in carico dei pazienti cronici, spesso anziani o disabili soggetti a multicronicità.

Sistemi organizzativi e tecnologici per la gestione delle cronicità

Il SSN si sta spingendo verso la razionalizzazione dei percorsi ospedalieri, puntando sull’assistenza domiciliare integrata (ADI), insieme a un’integrazione operativa fra medici di base, specialisti, operatori di servizi sanitari e sociosanitari, supportati da sistemi organizzativi e tecnologici per la gestione delle cronicità.

Tra questi si colloca la piattaforma mymedbook, dove pazienti, medici e personale socio sanitario possono condividere referti, opinioni mediche, diagnosi per immagini e referti, costruendo una storia clinica del paziente completa a 360 gradi.

Come funziona in concreto? Ognuna delle figure che interagisce con il sistema, ha un profilo sulla piattaforma gratuita www.mymedbook.it da cui gestisce i dati sanitari di una lista di assistiti.

Per ognuno crea un dossier che può condividere con un altro professionista, semplicemente inserendo la sua mail nel gruppo del dossier da inviare. Questi vedrà apparire la cartella condivisa nel proprio profilo e verrà avvisato da una notifica.

Con questo modello il paziente rimane sempre informato delle proprie condizioni di salute e lo studio comparato delle sue cronicità viene tenuto d’occhio costantemente da diversi specialisti, che così ne avranno una panoramica completa e di facile accesso.

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